Il processo

17 gennaio 1793:
Appello del Re alla Convenzione


I tre difensori di Luigi XVI furono allora ammessi alla barra.
De Seze da lettura di una lettera del re chiedente all’appello alla nazione per il giudizio dei suoi rappresentanti.

Io devo al mio onore, io devo alla mia famiglia di non sottoscrivere ad un giudizio
che m’incolpa di un crimine che io non mi posso rimproverare, di conseguenza
io dichiaro che il ricorso alla nazione stessa del giudizio dei suoi rappresentati,
io concedo con la presente, potere speciale ai miei difensori ufficiali,
e incarico la loro fedeltà di fare conoscere all Convenzione Nazionale
questo appello in tutti i modi che saranno in loro potere, e di domandare che ne sia fatta
menzione nel processo verbale della seduta della Convenzione

Firmato, Luigi CAPETO

Tronchet, riprendendo la proposta di Lanjuinais
prima degli scrutini, sulla quale la Covenzione era passata
all’ordine del giorno, reclama l’applicazione del codice penale
che, secondo lui, esigeva la maggioranza dei due terzi
per la condanna.
Malesherbes aggiunge qualche parola,
l’emozione gli impedisce di terminare.
Merlin de Douai, rileva l’errore grossolano di Tronchet: la legge sui giurati,
e non il codice penale, se essa esigeva dieci voti su dodici, e
non i due terzi, per pronunciare la colpevolezza, si
accontentava della semplice maggioranza per la pena.
A riguardo alla domanda d’appello al popolo emanata dal re.
Robespierre la denuncia come contraria ai principi
dell’autorità pubblica, ai diritti della nazione,
all’autorità dei rappresentanti.
La Convenzione respinge la domanda d’appello di Luigi XVI e aggiorna
all’indomani la discussione sui voti a condizione.





http://www.madamedepompadour.com/_luigiXVI