La rivoluzione francese

14 Luglio 1789:
La presa della Bastiglia


LA PRESA DELLA BASTIGLIA
Riportiamo qui sotto un brano dal libro “La Révolution”, scritto dallo storico francese Louis Madelin (1871-1956). Descrive come dei “briganti”, emuli di Cartouche, si avventavano sulla Bastiglia, questo “spaventapasseri fantasmagorico”:

Dal mattino del 13, l’agitazione era estrema: una folla brulicante intorno all’Hotel de Ville dove apparvero figure sospette; un prete (grande devoto delle nuove idee) l’abbate Rudemare dipinse questa folla dove la scorse definendoli delle “bestie feroci”. C’erano anche dei campagnoli armati di bastoni di ferro, scovando dei banditi più o meno immaginari, senza rendersi conto che rappresentavano i banditi reali. Si sfoggiava ancora la coccarda verde e l’imponevano a chi non voleva essere insultato. Delle guardie francesi donavano le braccia ai”vincitori” di piazza Luigi XV, mettendo tuttavia un certo ordine in questa anarchia.

Fu del resto evidente che i briganti erano entrati nella città; avevano saccheggiato delle panetterie, saccheggiato la guardia mobile, il convento dei Lazzaristi, e (vecchio rancore soddisfatto dalle file di Cartouche) l’hotel del luogotenente di polizia. Una banda sfondò le porte della Force e libera dei poco interessanti prigionieri che ingrandirono questa terribile armata.

Quest’ultimo exploit sembrò scuotere particolarmente la borghesia: fu, di fatti, caratteristica di un movimento dove si decise la politica, seguendo l’espressione di un ambasciatore, fu un “pretesto”. Il prevosto dei commercianti, primo magistrato della Città, era perplesso: questo era Flesselles, uomo giusto, un po’ timoroso. A lui si chiese delle armi per la milizia, ma egli temeva che queste armi finissero in mani pericolose.egli chiede il parere della Corte, questa fece attendere la propria risposta che, alla fine, arrivò la giornata del 13: si poteva organizzare e armare una milizia di 12000 uomini. Ciò che ci stupisce, è che questa corrispondenza tra Flesselles e la Corte sia apparsa l’indomani, anche a degli spiriti freddi, una “infelice connivenza”, suscettibile a giustificare il massacro del magistrato da parte del popolo. Quella sovversione in quegli spiriti rivela l’indignazione per noi incomprensibile davanti ad un fatto così naturale.

Ancora prima che fosse conosciuta la risposta di Versailles, gli “elettori” avevano cominciato a organizzare la loro milizia: tutti “questi vagabondi, gente presa per il crimine” gettarono questo borghese in un vero terrore. Etienne Charavay ha riassunto in una parola le loro disposizioni alla vigilia stessa della presa della Bastiglia: "meno spaventati dai progetti della Corte che da questi uomini ai quali hanno già dato il nome di briganti, si organizzano in milizie per resisterli: è quella l’unica preoccupazione. Il movimento che, l’indomani vince la Bastiglia, sarebbe potuto essere soppresso dalla guardia nazionale, se la sua organizzazione sarebbe stata più consistente.".

Era in effetti un pò tardi : la mattina del 14, la milizia era senza armi. Dall’altro lato, Bezenval, senza ordine della Corte, manteneva delle truppe al Campo di Marte che un testimone ci descrive “tristi, cupe e abbattute”, tali che diventarono le truppe che si fecero insultare e in seguito sciogliere.

Al contrario, il volgo si è armato:aveva preso delle armi alla guardia mobile, finché “delle picche saracine”: il mattino del 14 si getta sul palazzo degli Invalidi e s’impadronisce di 27 cannoni, 1 mortaio e di 32000 fucili. D’altra parte, le guardie francesi, che erano state persuase che i loro ufficiali avrebbero voluto farli saltare nelle loro caserme, ardevano dal desiderio di vendicarsi. Si credeva a tutto: le leggende del 14 luglio correvano ancor prima che fosse presa la Bastiglia. Ciononostante la folla super eccitata cercava una prodezza da compiere. D’altronde voleva armi, e a l’Arsenale, riporta il borghese Pitra, fu detto che le polveri erano state portate alla Pastiglia. Qualche bandito gridò: “Alla Bastiglia “!

La Bastiglia ! Non era altro che uno spauracchio fantasmagorico. Se dei cannoni apparivano tra le feritoie, era per sparare tradizionalmente a salve nei giorni di festa: dopo la lontana Fronda, nessuna palla era uscita da quei cannoni. Il sobborgo li osservava tutte le mattine: ma tale era la vertigine generale, che li trovò quel mattino circondati da un aria minacciosa. Chiede all’Hotel de Ville che si ritirino i cannoni sospetti. Gli “elettori” inviarono a loro volta dei delegati al governatore della Bstiglia, de Launey, uomo amabile che sorrise della lamentela, fece ritirare i cannoni dalle cannoniere e invitò a colazione gli “elettori” soddisfatti.

Non si facevano gli interessi degli agitatori: cercavano un pretesto. L’avvocato Thuriot dovette andare, su loro richiesta, a sua volta a visitare la fortezza: de Launey lo ricevette con la stessa cortesia e gli fece passare in rivista la piccola guarnigione -95 Invalidi e 30 Svizzeri (era la migliore risposta a tanta apprensione). Infine il governatore, come ultima concessione, fece tappare con delle tavole le cannoniere vedove dei loro cannoni. Thuriot, a sua volta soddisfatto, se ne andò. Ma la folla, che già batteva le mura, non la seguì. Era presa dalla voglia di distruggere qualcosa.

Launey lascia libera l’entrata del primo cortile e, radunata nella cinta esteriore la sua piccola guarnigione, fece semplicemente alzare il ponte levatoio che dava accesso al “cortile del governo”. Si crede ad un assetto da combattimento; bisogna rispondere: due uomini, tra cui una guardia francese, a colpi di ascia, spezzano le catene del ponte:improvvisamente, cade. In un istante il cortile è pieno; un testimone, mescolato a questa folla, afferma ancora che non vide altro che “briganti”; infine apparve qualche difensore, gli assalitori spararone su loro.

Il governatore era tenuto a far sparare a sua volta. Si trovò dinanzi una folla, dove figuravano in buona parte emuli di Cartouche, facendo irruzione all’interno di una fortezza di cui aveva la guardia. Fece sparare. La stessa sera - per rendere nobile quell’impresa - si divulga che il governatore aveva fatto portare parole di pace alla folla che era avanzata, fiduciosa, e aveva fatto mitragliare. Alcuni storici non accettano più questa leggenda.

La folla, dapprima spaventata, scappò, poi tornò alla carica. L’impresa ciononostante non avanzava: i ladri della strada maestra sapevano saccheggiare una fattoria; prendere una fortezza, è una cosa da soldato.

I soldati arrivarono, le guardie francesi ribelli. La loro vista demoralizzò la guarnigione. Trascina Launey disperato a capitolare: uno dei “bassi ufficiali” di guardie sediziose, Elie, testimone che la Bstiglia si arrese "sulla parola dota da ufficiali francesi, che non sarebbe stato fatto alcun male a nessuno " . A dispetto di ciò (in verità a dispetto degli sforzi di Elie) Launey fu massacrato qualche minuto dopo. Era un uomo: assalito, si difese e caduto fu crivellato; fu fatto a brandelli. Il giovane cuoco Desnot, " che sapeva lavorare le carni " , tagliò la testa; se ne vanterà dieci anni per ottenere una medaglia. Il maggiore di Losne-Salbray fu ucciso, poi un sottufficiale, il luogotenente degli invalidi e un invalido stesso; e ne impiccarono altri due.

Hanno detto abbastanza le scene di cannibalismo che seguirono: sapendo di quali elementi era mischata questa folla detta Parigina, noi non saremo certo stupiti Ma la folla parigina stessa ora si sentiva presa da questa febbre di sangue così orribilmente contagiosa. Mentre si portavano in trionfo i prigionieri liberati (quattro falsari, due matti e un sadico dissoluto), i difensori, trascinati fuori, erano accolti da grida...E tutto ad un tratto Parigi, nel terrore, vide la folla urlante al disopra della quale, in cima alle picche, delle teste insanguinate, gli occhi socchiusi, oscillavano. La folla acclamava i briganti, dando loro per anni diritto di cittadinanza - e già diritto di dominazione...

Fonte: “La Révolution”, di Louis Madelin, in “L’histoire de France raccontée à tous” pubblicata sotto la direzione di Fr. Funck-Brentano, Paris, Libreria Hachette, 1911, pagine 65 a 68.




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