5 giugno 1789:

lettera alla sorella Sophie.


Parigi 5 giugno 1789.

Cara amica, la vostra lettera del 6 maggio non è molto
allegra, capisco bene, i tempi non ci aiutano a essere di buon
umore. E se alle difficoltà esterne si aggiungono crucci interni
e specialmente il conflitto di una sposa e maadre fra quello che
le si addice e quello che non si può ricusare a un cuore tempestoso e
ardente come il vostro, capisco che ci voglia davvero
un certo coraggio per decidersi a scrivere.
Purtroppo anch'io non posso comunicarvi niente di buono.
Qui siamo tutti profondamente addolorati: il Qelfino Luigi
Giuseppe Saverio Francesco è morto e la regina e ii re sono in-
consolabili. il giovane principe di quasi otto anni aveva suscitato
le più belle speranze, era eccezionalmente intelligente, precoce, buono e mite di cuore.
Tutti lo amavano. Lo stato della
sua salute aveva suscitato timori da qualche tempo ed era peggiorato
in modo preoccupante dopo la morte della sorellina
minore. Sebbene fosse stato sempre delicato e debole, pure nessuno
si sarebbe aspettato questa fine. Speravamo tutti che il
cambiamento d'aria gli avrebbe fatto bene, ma era un'illusione,
anche il soggiorno al castello di Meudon non portò nessun
giovamento, sebbene i medici continuassero a farlo sperare.
Dalla primavera il dimagramento e la debolezza erano
accompagnati da una febbre che andava sempre crescendo. sapeva di
esser condannato a morte e sopportò il suo male con
una pazienza e con un coraggio commovente.

Vide ancora passare il corteo che ci fu il giorno della convocazione degli
Stati Generali; è l'ultimo grande avvenimento a cui abbia assistito.
L 'avevano portato sù di un balcone dellà Petite Ecurie,
perchè potesse veder bene tutto. Da allora peggiorò di giorno
in giorno, la regina non si allontanò più dal suo fianco, le ultime undici notti ha
vegliato al suo letto. La sera del 2 giugno
alle dieci la campana di Notre Dame annunciò le preghiere
delle quarantore, il 3 fu esposto il Santissimo in tutte le chiese, il 4 mattina
alI 'una il principe è morto. Essa è disperata.
Anche il re è disperato. Si è chiuso nella sua camera e non
vuoI ricevere nessuno; temo che questo aumenterà ancora la
sua indecisione e la sua fiacchezza. Abbiamo cercato tutti di
consolarlo, parlandogli del secondo figlio. che ora è diventato
il successore al trono, ma egli non ci ascolta e s'immerge nelle
sue idee melanconiche. Eppure in questo momento dovrebbe
essere un sollievo il pensare che l'altro ragazzo è fiorente, sano
e robusto, ma è proprio vero che per i padri e le madri un figlio
non può sostituire un altro. perchè anche la regina si abban-
dona al suò dolore, come se non avesse altri figli all'infuori di
quello morto.
Questa è la triste notizia che ho da comunicarvi. In politica accadono
molte cose che non vanno. ma oggi siamo tutti
sotto l'impressione di questa morte, persino Parigi sente che
è accaduto qualcosa d' insolito. sebbene non si osi sperare che la
compassione per il re e per la regina possa durare più di un giorno.

Ho fatto quel che ho potuto per consolare la sovrana, sebbene sia stato molto
occupato per varie faccende del mio reggimento.
Purtroppo per un'improvvisa indisposizione non potei partecipare alla cena al Piccolo Trianon
il giorno dellaconvocazione degli Stati Generali.
La regina mi ha poi detto
di aver molto sofferto che io non fossi andato da lei in un
giorno così importante ed io mi son fatto i più acerbi rimproveri per aver ceduto ad una
debolezza fisica, che avrei forse potuto vincere con un poco di energia.
Veramente dovrei essere già col mio reggimento a Valenciennes, ma ho rimandato la
partenza di un paio di giorni.
Finchè la salma del Delfino rimane esposta al pubblico. non
voglio abbandonare la regina. Del resto in occasione di questo
funerale il re e la regina daranno una prova della loro parsimonia, invece del grande funerale

che sì converrebbe a unDelfino e che costerebbe seicento mila lire, si limiteranno ad
una cerimonia che ne richiederà soltanto ottantamila.
Come sempre, anche in questo lutto, non manca il grottesco. Le
signore della corte fanno, la loro visita di condoglianza al re,
alla regina, ai principi e alle principesse con ampi mantelli che
le coprono fino al mento e che finiscono in una coda lunga sei
braccia. È naturale che con questo costume offrano uno spet-
tacolo strano e spesso ridicolo, tanto più se vi raffigurate che
una dozzina di queste signore con le loro immense crinoline
riempiono da sole un salone.
li giorno 13 il Delfino sarà sepolto nell'abbazia di Sait Denis.
Allora spero di potermi mettere in viaggio per Valenciennes.
Si dice che si vogliano riunire a Parigi le truppe straniere
per proteggere il. re, ma nulla è ancora sicuro e io non so se
con questo progetto abbiano pensato anche al mio reggimento.
Non appena saprò qualcosa di preciso, scriverò esaurientemente
tanto a voi che a nostro padre, perchè capisco che tutti e due
vi preoccupate della mia sorte.
Con affettuosi saluti a voi e al nostro comune amico Taube, nella speranza di potervi

comunicare presto notizie migliori, credetemi con devozione e affetto immutato
il vostro fratello Axel.



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