Il caso del Petit Trianon
(Per gentile concessione dell’autore, Antonio Bruno)


Si chiama "psicoscopia da ambiente", ed è un fenomeno paranormale molto suggestivo, se posso definirlo con questo termine certamente poco scientivico. Tuttavia, si registrano casi in parapsicologia che rendono alquanto interessante, anche per le implicazioni di carattere speculativo su concetti come "tempo" e "coscienza", quasta particolare manifestazione dei poteri paranormali. Il più famoso di essi è il cosiddetto "Caso del Piccolo Trianon", un evento che fu controllato con minuziose ricerche storiche da parte di vari studiosi.

Siamo esattamente ad un secolo fa, quando, il 10 agosto del 1901, due signorine ingkesi, C.A.E. Moberly e E.F. Jourdain, che si trovavano in viaggio di piacere a Parigi, decisero di fare una visita a Versailles. Le due giovani vollero abbreviare il loro percorso spingendosi al Petit Trianon ed inoltrandosi in un sentiero laterale che non conoscevano affatto. Ad un certo punto, giunsero a dover scegliere fra tre sentieri. Le signorine dissero, più tardi, che uno di questi sentieri era guardato da "tre guardiani molto dignitosi". Questo lo si trova descrittto nel loro libro "An Adventure" del 1911. Ma chi erano questi "tre guardiani molto dignitosi"? Si trattava di personaggi abbigliati in modo perlomeno anacronistico. Ecco le letterali parole delle due protagoniste: "Lunghe casacche di un verde spento e piccoli cappelli a tricorno". Le due amiche chiesero loro quale strada avrebbero dovuto scegliere ed i tre personaggi risposero di proseguire su quella in cui si trovavano. Così, la Moberly e la Jourdain continuarono il loro cammino. Ma la cosa strana fu che entrambe si sentirono pervadere da un inspiegabile stato di depressione improvvisa. Camminando rilevarono dei fabbricati rustici e malandati, arnesi sparsi qua e là, fra cui un aratro, ed altri due personaggi vestiti allo stesso modo dei precedenti. Poco dopo, incontrarono una donna ed una ragazzina davanti ad una casa isolata. L'abbigliamento delle due era a dir poco strano: la fanciulla indossava uno stretto abito lungo fino alle caviglie ed entrambe portavano piccoli scialli bianchi che si infilavano nel corpetto. Le due inglesi, poi, entrarono in un bosco e qui scorsero un chiosco circolare accanto a cui vi era un uomo seduto, avvolto in un lungo mantello con cappello a falde. Le sue fattezze erano piuttosto brutte e rozze, tormentate dal vaiolo, e la sua espressione era malvagia. Le due amiche furono spaventate a quella vista, ma arrivò pochi istanti dopo un altro uomo dai lunghi capelli ricci ed occhi scuri che gridò loro: "Mesdames, Mesdames, il ne faut pas passer par là. Par ici, cherchez la maison". Poi disse dell'altro che non fu capito.

Le due amiche seguirono allora la direzione indicata, superarono un ponticello che sovrastava una piccola gola con cascatella e, infine, arrivarono alla facciata interna del Petit Trianon. Ecco che allora, le due inglesi videro una signora seduta sull'erba che sembrava tracciare uno schizzo su un foglio di carta che teneva fra le mani. La donna era abbigliata con una veste a vita bassa e gonna molto ampia; inoltre aveva un grande cappello bianco ed uno scialletto. Dobbiamo precisare, a questo punto, che tale personaggio fu visto solo dalla Moberly; la sua amica ricordò solo di aver sentito la necessità di spostarsi per lasciare il posto a "qualcuno". Sempre afflitte da un senso di stordimento e malinconia, le due amiche salirono alcuni gradini e, poco dopo, videro uscire da una casa che faceva angolo con la prima una specie di giovane servitore il quale disse loro che per entrare nell'edificio avrebbero dovuto imboccare il giardino francese. Così dicendo fece loro strada per un po'. Qui le signorine intercettarono un allegro corteo nuziale e scomparve ogni senso di depressione o di tristezza. Così si unirono alla comitiva e proseguirono la visita turistica. Nei giorni che seguirono, però, le due amiche tornarono col pensiero a quanto avevano vissuto e cominciarono a convincersi che ci fosse stato qualcosa di strano. Si giunse così alla fine dell'anno. La Jourdain, in quell'epoca, tornò a Parigi da sola con l'intenzione di trascorrervi le vacanze natalizie. Il 2 gennaio era nuovamente al Petit Trianon. Superato l'ingresso principale, cercò il chiosco ove, con l'amica, avevano incontrato mesi prima i due uomini con il mantello, ma non lo trovò più. Ora, al suo posto, vi era il piccolo Temple de l'Amour. La Jourdain di diresse allora verso l' Hameau, la fattoria in cui Maria Antonietta si ritirava alla ricerca di una sorte di vita bucolica ed ecco che la giovane fu presa nuovamente dallo stesso stato di oppressione che aveva provato l'estate precedente. Poco dopo notò un carro che veniva stipato di legan da due contadini con tuniche e berretti a punta di colore rosso, per l'uno e azzurro per l'altro; ma, dopo essersi voltata un istante, non ritrovò più nulla: nè i contadini nè il carro di legna. Più tardi, in un boschetto, la Jourdain, che faceva l'insegnante, incontrò altri due uomini vestiti come quelli di prima che scivolavano silenziosi fra i cespugli. Notò inoltre, un fruscio di vesti di seta ed ebbe l'impressione di trovarsi in mezzo a numerose persone che la passavano senza vederla. Alla fine, dopo aver chiesto aiuto ad un giardiniere che le disse di essere "cresciuto sul luogo" riuscì a ritrovare l'uscita.

Due episodi, quindi, due strane esperienze che non trovarono spiegazione logica immediata da parte delle dirette interessate. La Jourdain tornò nel Petit Trianon sia nel 1902 che nel 1903, ma non ritrovò più i luoghi che aveva visto nel corso delle strane esperienze precedenti. Al posto dei boschi, ora, c'erano dei prati.

Nel 1904 entrambe le amiche vollero ripercorrere lo stesso percorso del 1901, ma trovarono tutto cambiato: niente paesaggio rustico, niente edifici, niente gola, ponticello, cascata. Scomparsa anche la solitudine di allora. La gente era ovunque e passeggiava tranquilla fra panchine e bancarelle di frutta e bibite.

Riflettendo attentamente, non riuscendo a liberare la mente da molti interrogativi, le due amiche iniziarono a delineare una teoria. Scoprirono che il 10 agosto del 1792 la folla rivoltosa aveva saccheggiato le Tuileries cosicché il re e la sua famiglia furono costretti a rifugiarsi presso l'Assemblea Legislativa, prima, e nel Tempio, poi. Cos'era accaduto, quel 10 agosto del 1901? Forse le due donne erano accidentalmente imbattute in uno "strappo temporale"?... Per ben cinque anni la Jourdain e la Moberly fecero ricerche storiche accurate e, tra vecchie stampe e testi dell'epoca, riuscirono a scoprire che tutti i dettagli della loro inspiegabile avventura coincidevano con usi, costumi, atrezzi dell'epoca della Rivoluzione. Scoprirono che esistevano sia il chiosco che il ponticello che la piccola cascata. La dama seduta sull'erba fu "identificata" come la stessa Maria Antonietta, che le due riconobbero in un ritratto del Wertmuller. Si scoprì che il giardiniere incontrato dalla Jourdain nella seconda visita non poteva essere attuale perchè, ormai, nessuno avrebbe potuto dire di essere "cresciuto in quel luogo".

Il materiale raccolto di queste strane ed inquietanti esperienze fu presentato al pubblico nel libro suddetto e le autrici assunsero lo pseudonimo di Miss Morison e Miss Lamont. Ecco ora cosa scrive,a proposito delle reazioni a questa storia, il parapsicologo Ugo Dettore: "Le critiche non tardarono. Un articolo apparso sui "Proceedings" della SPR negò al fenomeno ogni carattere di paranormalità riducendolo ad un insieme di suggestioni reciproche e di ricordi distorti, e questa tesi fu ripresa da J.R. Sturge-Whiting nell'opera "The Nistery of Versailles" (1938). Il Tyrrel, in "Apparition" (1942), sostenne invece un caso di telepatia nel senso che doveva esservi stato in qualche luogo un "agente" (non si dice se vivente o defunto), il quale aveva pensato l'aspetto del Piccolo Trianon quale poteva essere nel 1789 trasmettendo così alle due signorine le sue immagini. Nel 1950, W.H.W. Sabine, sul "Journal" della ASPR sostenne un semplice caso di allucinazione.. Nel 1952, il paleografo Lèon Rey, in un articolo apparso sul numero di dicembre della "Revue de Paris", dopo aver criticato le ricerche storiche fatte dalle due protagoniste, ammise un fenomeno di retrocognizione notando che il piccolo chiosco non più ritrovato doveva essere il Jeu de Bague, costruito nel 1776. Infine nel numero di luglio-ottobre 1953 del "Journal" della SPR e in quello di marzo-aprile 1954, appariva un lungo articolo di G.W. Lambert che proponeva una nuova ipotesi. Egli aveva trovato la pianta, datata 1774, in cui Antoine Richard, giardiniere della regina, aveva progettato la nuova sistemazione dei giardini del Petit Trianon, progetto che non venne realizzato perché Maria Antonietta aveva preferito quello del conte de Caraman; e aveva notato che l'itinerario percorso dalle due signorine corrispondeva sostanzialmente a questo progetto. Il Richard aveva sofferto molto per aver dovuto rinunciare all'opera da lui ideata e realizzare invece un progetto non suo, e, secondo il Lambert, le immagini vagheggiate e non realizzate dovevano essersi impresse profondamente in un mondo eterico. Le due amiche, dunque, durante la loro avventura, si sarebbero trovate immerse non già nel flusso dei ricordi di Maria Antonietta, ma in quello del Richard. Una conferma di questo sarebbe stata data dal fatto, da lui riferito nel "Journal" del marzo 1955, che nell'ottobre del 1928, altre due signorine, la professoressa Clare M. Burrow e la sua ex-allieva Ann Lambert, percorrendo per caso la prima parte dell'itinerario seguito dalla Moberly e dalla Jourdain, provarono lo stesso senso di depressione e, ad un certo punto, incontrarono un guardiano in lunga casacca verde e cappello a tricorno, il quale, richiesto sulla strada da seguire per raggiungere il Petit Trianon, rispose in un dialetto incomprensibile e subito scomparve. Poiché le uniformi verdi non erano state più portate dopo il 1774, la retrocognizione non poteva risalire ad un'epoca successiva a quell'anno."

Oggi il mistero sul caso del Piccolo Trianon resta ancora insoluto. Lo stesso Dettore afferma che le spiegazioni che fanno riferimento alla suggestione, autosuggestione e allucinazione appaiono superficiali e gratuite. Mi sembra molto meglio accentuare la nostra attenzione sul concetto del "perdurare del ricordo", accettato e scelto da molti parapsicologi sulle orme di Henry Price. Un fenomeno, come dicevo all'inizio, di "psicoscopia da ambiente" i cui particolari e dettagli sono troppo numerosi per potersi spiegare tutti con le suddette ipotesi scettiche. Pare che sia uno di quei casi in cui sarebbe molto più saggio cercare delle "falle" nell'ampio assunto di certezze razionali che noi accettiamo troppo genericamente a proposito di concetti quali "tempo" e "realtà".

Antonio Bruno



Tratto dal sito:
http://members.xoom.virgilio.it/Ass_Graal/articoli3.html

http://www.mit.edu/people/abruno/index_right.html

Potete approfondire questo mistero sul libro di:
jean Senelier
“Le mistère du Petit Trianon”, ediz. Belisane 1997



http://www.madamedepompadour.com/_m_antonietta_fersen