Novembre 1797



Fersen incontra Napoleone

Fersen in veste di Ambasciatore del re di Svezia Gustavo III partecipa al congresso di Rastatt.
Napoleone Buonaparte, vincitore in Europa vuole discutere la nuova carta geografica d'Europa.

Fersen si presenta, in compagnia del ministro svedese Bildt, per essere ricevuto dal generale Buonaparte.
L'incontro è glaciale: da una parte la nuova Repubblica Francese, dall'altra l'Ancien Regime rappresentato da Fersen.
Fersen scrive sul suo diario al proposito:

"Mi ha chiamato " Signore", dunque nè ambascaitore, nè conte, offesa che in altri tempi , non sarebbe rimasta impunita. Dopo un preambolo in materia indeciso, Buonaparte parte all'attacco, dichiarando che la Repubblica Francese “ non soffre che gli si manchi di rispetto e che gli si inviino dei rappresentanti poco graditi in ragione del loro ruolo politico,esattamente come il re di Svezia rifiuterebbe di ricevere qualcuno che che avesse partecipato ad un movimento diretto contro di lui. Io dichiarocosi, all’usanza del re di Svezia , che la Repubblica, preoccupata della sua dignità, non tollera che gli si inviino delle persone che,verosimilmente,figurano nelle liste degli emigrati ed hanno preso una parte attiva in politica...."

Fersen annota:
" questo discorso era nei fatti molto più lungo e più attorcigliato, pronunciato lentamente e con affettazione, come una lezione appresa a memoria. Io mi setii offeso ed indignato da questa dichiarazione che, a tutta evidenza, era miarata a me personalmente."


Immaginiamo la scena. Fersen alto un metro e novanta, portante l’abito con le decorazioni, che guarda dall’alto in basso il piccolo generale ventottenne tutto montato. Nonostante il ministro Svedese Bildt cerchi di calmare l’atmosfera, Fersen se ne va subito. "Buonaparte mi accompagnò fino alla porta del vestibolo e i suoi due ufficiali d’ordinanza fino al pianerottolo.
Lui è piccolo e gracile, macilento e bruno, sembra malato al petto.
C’è voluto del sangue freddo per non rispondergli seccamente e duramente, ma date le circostanze del momento, mi è sembrato più prudente non dire niente"


Paul-François Barras, membro del direttorio, scrisse nelle sue memorie che Buonaparte:
" ha voluto donare una lezione a qualcuno che ha fatto la corte a Luigi XVI e che era stato l’amante di Maria Antonietta".

Il giorno seguente, Buonaparte dichiara:
" che non considera Fersen che un emigrato poiché ha abbandonato il suo servizio in Francia al momento della Rivoluzione" e che è stato " il capo del partito, il più odioso verso la Rivoluzione" Di più, esplica Buonaparte agli altri delegati: " Fersen era stato l’amante della Regina : era andato a letto con la vedova Capeto, c’era scritto nei giornali". Un ministro che si era messo a ridere dicendo che questa era una storia vecchia, dimenticata, ma Buonaparte mantenne il suo punto di vista in questo affare con la vedova Capeto.

Fersen disperato scrive sul suo diario il 30 novembre:
" Quale infamia andare a ripetere questo genere di cose. Questo illustre generale, nel suo modo di comportarsi,non è che un semplice villano rifatto che crede che la sfrontatezza e l’orgoglio siano delle qualità" Dopo la partenza di Buonaparte , Fersen scrive: " non importa come, quest’uomo semplicemente e presto o tardi va verso alla sua perdita, nel caso che lui rientri in Francia. Ma è francese e credulone incapace di prendere lezione dagli esempi. Del resto, per quello che mi riguarda, dopo aver visto a quale punto questo cosidetto grand’uomo può comportarsi con piccolezza , io dirò Amen a tutto quello che gli può capitare."

I giornali di Parigi e Londra ( Times del 18-19-20 novembre)
parlarono dell’incontro e delle accuse di Buonaparte


Fersen scrive:
" Quello che dicevano della mia conversazione con lui , è in parte vero, ma sono rimasto ferito per le loro allusioni ai miei rapporti con la sfortunata Regina"

Le Moniteur , giornale ufficiale del governo francese scrive, l’ 8 dicembre 1797: "Dicono che il Signor Fersen si sia ritirato molto confuso, con la speranza che sua Maestà prederà in cosnsiderazione i propositi che erano stati tenuti. Se è esatto, è dubbio che sua Maestà, anche se la dicono circondata di cattivi consiglieri, si ostini a lasciarsi servire da un tale negoziatore, e si è tentati di burlarsi della triste figura che uno degli eroi dell’Ancien Regime ha dovuto fare di fronte dell’eroe della Repubblica. ......... Inviare qualcuno come Fersen a Rastaff, è un affronto del governo svedese all’emissario del più importante popolo della terra "

Fersen scrive:
" Dio sa di quello che noi stiamo per diventare testimoni.
Noi viviamo un triste epoca, ed i successi di questa gente( i francesi)sono terribili."


Altri giornali europei riportano il fatto e presentano i rapporti di Fersen con la Regina come un dato di fatto, in breve, per cosi dire, era diventato l’amante legittimo della Regina.


Concludendo, noi ci domandiamo:
Possiamo immaginare che Fersen non abbia reagito in modo deciso alle chiare accuse di Napoleone Buonaparte per evitare l’incidente diplomatico?
Ma, il suo onore? Si può concepire che sia stato disposto a rimetterci il suo onore (e quello della Regina) per evitare l’incidente diplomatico?
Oppure vi era un fondo di verità in quello che diceva Napoleone, che impediva a Fersen di reagire?
Misteri della storia ....., misteri irrisolti, destinati a chi ama riflettere ed appassionarsi ancor di più alla storia.

Lorenzo Crivellin



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